
A meno di tre settimane dalla scomparsa del Fratello Bubi (Ferruccio) e dopo 96 anni vissuti intensamente, con partecipazione, con intensità dirompente, ci ha lasciato Falco Accame.
Stiamo uniti al figlio Carlo e alla nuora Lorella, amici e collaboratori di lunga data.
“Falco Accame, nato a Firenze il 17.04.1925, si è spento oggi a Roma. Ha avuto un infanzia difficile perché la Mamma Letizia lo ha lasciato per una leucemia a soli tre anni. È stato allevato e amato dai nonni Maria e Claudio insieme al fratello Bubi.
La sua vita è stata dedicata al lavoro e alla lotta alle ingiustizie. Ha seguito un “moderno” cursus honorum. Ha studiato dagli Scolopi a Firenze, poi al Morosini di Venezia. Dopo l’Accademia Navale di Livorno combatte sul fronte di Cassino, partecipa allo sminamento di numerose zone di guerra. Come ufficiale inventa per la Marina Militare un meccanismo per lo sminamento. Da Comandante dell’Indomito si dimette per protesta contro i vertici per la mancata tutela dei sotto ufficiali e scrive una lettera aperta di protesta sul Corriere della Sera. Da quel momento nasce un non programmato impegno politico con il Partito Socialista e diventa Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati. Come deputato presenta diverse riforme di legge sui servizi segreti e sulla leva che partendo da quelle bozze diverranno successivamente leggi della Repubblica. Successivamente con il consolidamento di Craxi al controllo del partito gli viene offerta la possibilità di diventare ministro della Difesa ma con la richiesta di appoggiare il complesso militare industriale. Al suo rifiuto Craxi lo emargina fino a non farlo rieleggere. Continua la sua attività creando l’ANAVAFAF (Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei Caduti) dove insieme a Concetta Conti e i vari associati cerca di proteggere i militari e i loro familiari dalle ingiustizie e dalle coperture di misfatti di altri militari. Sono i casi di nonnismo, dei tumori derivanti dall’operare in zone con l’uranio impoverito senza alcuna protezione, da situazioni in cui non erano state applicate le più elementari azioni di sicurezza sul lavoro, dal nascondere responsabilità importanti dei vertici delle forze armate.
Durante la sua vita ha sempre amato capire la molteplicità di elementi che generano la “realtà”, approfondire, analizzare partecipando attivamente alla vita pubblica del paese con articoli, proposte di legge, dibattiti manifestazioni.

Ha scritto un importante libro sulla natura epistemologica della strategia.
A 96 anni forse era venuto il tempo di lasciarci perché sentiva non essere più in grado di combattere contro le ingiustizie impegnandosi con la mente e il corpo che hanno dato il senso e il motivo alla sua vita.
Un saluto di rispetto per la vita che ha perseguito mentre raggiunge il fratello Bubi, la moglie Lola e i nonni Maria e Claudio Paolozzi.
Con affetto profondo Beatrice, Carlo, Ginevra, Lorella, i Rainz, tutti i parenti, gli amici e le persone che lo hanno stimato.”
Commenti recenti